È vero, sono una mamma di due splendide bimbe e sono, a tutti gli effetti, una mamma casalinga. Eppure, sebbene il ruolo di madre mi piaccia tantissimo così come trovi gratificante prendermi cura della mia famiglia nel modo che mi riesce meglio, ci sono alcuni commenti che, sebbene fatti in buona fede dalle persone che mi vogliono bene, un po’ mi infastidiscono.
Non è niente di grave per intenderci, ma presuppongono quasi che la mia sia una condizione forzata piuttosto che una scelta di vita, qualcosa che è percepita più come una perdita che un modo per affrontare le giornate da vincente. Le prime a farti questi complimenti sono le donne lavoratrici, le amiche che magari non hanno ancora avuto dei figli o che li hanno, ma si avvalgono di asili, parenti e tutto ciò di cui possono disporre per avere quanto più tempo libero possibile. Anche questa è sicuramente una scelta di vita, io evidentemente ne ho fatta una diversa perché questa soluzione non voglio prenderla in considerazione.
Essere una mamma casalinga non è una punizione
Una delle cose generalmente più fastidiose che si chiedono ad una mamma casalinga è “Beh, che farai di bello stasera?”. La risposta più spontanea sarebbe quella di dire “Pensavo di mettere i bambini a letto per poi andare a ballare tutta la notte e tornare a casa ubriaca il mattino dopo”. Ma che domande sono? Le mamme la sera hanno i momenti più faticosi di tutta la giornata, dopo aver passato tutta la mattina a pulire il più velocemente possibile, aver sfidato il frigorifero per riuscire a trovare una nuova ricetta mischiando a caso gli ingredienti in esso contenuti, aver trascorso il pomeriggio a ristabilire l’ordine del dopo pranzo e il tutto mentre si sta dietro ad una bimba di poco più di un anno che vuole giocare con te, sfido qualunque madre ad avere le forze per fare qualunque cosa alla sera oltre a mettere a letto le bambine e buttarsi sul divano a guardare in santa pace un po’ di tv. So che si tratta di una domanda detta così, giusto per fare conversazione, un modo come un altro per non farti sentire più ai margini della società ma una donna ancora con tutte le carte in regola per avere una vita sociale attiva e appagante. Per me non è affatto deleterio godermi un po’ di sano riposo. Anzi, potessi farlo anche di giorno, ci metterei la firma!
Ciò che vogliamo a fine giornata è:
- pace
- tranquillità
- riposare
- staccare la spina
- usare la bocca e le gambe il minimo indispensabile
- qualcuno che ci prepari una tazza di latte caldo
- eventualmente scrivere un articolo per il blog
- andare finalmente a dormire
Mi irrita molto anche quando mi si dice “Eh, deve essere dura mandare avanti una famiglia con uno stipendio solo”, quasi presupponendo che io non lavori perché non trovo lavoro, piuttosto che per il desiderio di crescere i miei figli finché non andranno entrambi a scuola. L’argomento economico è per me molto personale, chiedermi qualcosa riguardo la mia situazione economica lo equivalgo quasi a domande sulla mia sfera più intima. Sono cose da non chiedere agli amici, figurarsi a persone che si conoscono appena! Ed è ancora più fastidiosa la supponenza, la domanda che cela la risposta “dev’essere dura, vero?”. No, non lo è affatto. Certo, bisogna rinunciare a qualcosa, ma se abbiamo fatto questa scelta è perché ce lo possiamo permettere fortunatamente.
E che dire di chi ti dice invece “Goditi ogni singolo minuto della vita dei tuoi figli, perché te li ritrovi grandi in un attimo e poi ti rendi conto di esserti persa momenti importanti”: la fiera della banalità! Mi piacerebbe moltissimo posare l’aspirapolvere quando la bimba viene a mostrarmi un disegno o darle retta quando sono china in una pozza d’acqua mentre pulisco il bagno. Quando posso lo faccio, sì, ma non mi è possibile godermi tutti i singoli minuti della loro vita. A volte devo chiedere loro di tacere perché sto parlando io, di finire il pasto prima di andare a giocare o di mostrarmi il nuovo gioco dopo che avrò finito le pulizie. A volte anche le uscite al parco vengono posticipate perché c’è qualcosa di improrogabile da portare a termine. Eppure non mi sento una cattiva madre, spendo tutte le mie energie per far felici le mie bimbe, ci mancano solo gli estranei a farmi venire i sensi di colpa per i momenti che non ho potuto godermi!
Si tratta di piccolezze, certo, e probabilmente il problema è tutto mio e di come vivo la mia vita e tutelo la mia privacy. Tuttavia credo che in alcuni casi sarebbe opportuno usare un po’ di buon senso e fare conversazione costruttiva piuttosto che buttare a caso due parole giusto per non lasciare momenti vuoti in cui non si ha nulla da dire. A me i silenzi, davvero, non dispiacciono affatto.
8 Commenti
Ciao
ho letto cosa hai scritto sul blog di Doria e sono venuta a curiosare anche qui. Sono una mamma e lavoro, se ti può consolare anche io a volte non mi sento compresa dagli altri. Il lavoro viene sempre visto come un alternativa alla maternità. Come se lavorare volesse dire non voler bene ai figli e non volerli sempre vicini. Io e te abbiamo fatto una scelta diversa ma credo che per entrambe sia stata valutata attentamente e in un certo senso anche sofferta. So bene cosa vuol dire stare tutto il giorno a pulire casa e seguire i bambini, lo faccio tutti i giorni in cui teoricamente sono di riposo. Credo che tu possa capire cosa vuol dire stare in ufficio tutto il giorno poi tornare a casa e dover recuperare il tempo “perduto” con i figli e con il bucato anche se l’unico desiderio e sdraiarsi mezz’ora per recuperare le forze. Come dici te dobbiamo rinunciare a qualcosa ma se lo facciamo è perché per noi (e con noi intendo tutta la famiglia) è la scelta migliore.
Lavorare, fare la mamma… sono scelte faticose ma la fatica più grande è ascoltare i commenti degli altri che troppo spesso parlano senza prima riflettere… non trovi?
Ciao Valentina,
mi fa molto piacere leggere il tuo punto di vista che racconta di una situazione diversa dalla mia ma comunque davvero molto simile. Credo che ogni scelta che una madre fa sia stata ben ponderata e studiata per il bene dei propri figli. A volte voler bene ai propri figli significa anche dover lavorare e, se non avessi potuto scegliere diversamente, avrei sicuramente intrapreso anche io quella strada. Come giustamente dici, chi lavora e si occupa anche della casa di tempo ne ha anche meno di chi come me, bene o male, un momento per sé stessa riesce anche a trovarlo. Ma le critiche, anche se dette a mo’ di consiglio, non sempre vengono fatte nel modo giusto. Il modo giusto che una persona ha di affrontare la propria vita può essere il modo sbagliato di un’altra e viceversa. Che senso ha quindi dare consigli non richiesti che, peraltro, a chi li riceve possono anche sembrare sbagliati? Poi, è ovvio, anche io da alcune critiche ho visto degli errori che stavo facendo che prima mi erano “trasparenti”, ma frasi tipo “non dovresti smettere di allattare, al bambino fa bene”, oppure, “tua figlia ha già un anno e la allatti ancora?”. Insomma, sono io la mamma o no? 😉
Io sono una mamma casalinga, felice di esserlo, non farei cambio neppure se mi pagassero oro. Io ho scelto liberamente di stare a casa, anche se non era una cosa programmata. A volte ci sono accadimenti nella vita di una persona che condizionano tutto quello che viene dopo. Il doverti quasi giustificare perché sei quello che sei, come se nella vita ci fossero schemi fissi da seguire, è fastidioso. Le solite domande e considerazioni (le stesse identiche che enumeri tu) sempre quelle, sempre uguali, sono fastidiose. Arrivata a questo punto io mi diverto solo a vedere le facce delle persone che, incredibile, si sentono quasi imbarazzate quando mi chiedono cosa faccio. E, molto sadicamente, faccio anche di tutto per metterli ancora più in imbarazzo, lo confesso! Come se una casalinga fosse una poverina frustrata sempre con lo straccio in mano, perché, sempre poverina, la sua missione è quella di pulire sul pulito e, in fondo, non sa fare altro. Ma, per favore, siamo seri! Sorvoliamo poi sui commenti di tipo economico, li trovo veramente indelicati. Ma che ne sanno questi di quanti soldi hai, se ne hai, se ne puoi spendere, se sia difficile oppure molto più facile di quello che credono?. Idem per i consigli non richiesti di chi ragiona per dogmi, in particolare in ambito gravidanza-cura del neonato-educazione dei figli (specie se il figlio è il tuo). Potrei scriverci un libro su questi temi. Ma è meglio andare a nanna. Qui faccio mattina a forza si saltare da un post all’altro!!!
Abbiamo molte cose in comune. Anche se personalmente il fare solo la casalinga, da 5 anni a questa parte, inizia a starmi un po’ stretto. Non tanto per la necessità di andare fisicamente al lavoro e guadagnare uno stipendio tutto mio, quanto per il poter staccare un po’ da casa e famiglia e lasciare che per quelle poche ore sia qualcun altro a gestirla…
sottoscrivo tutto quello che hai detto! sei grande! mio marito mi dice sempre di farle schiattare ancora di più e di fregarmene delle persone stronze! 🙂 mi hai dato davvero una botta di allegria! grazie!
L’importante è guardare sempre nel proprio piatto e mai in quello degli altri, solo così ci si può sentire veramente soddisfatti 😉
Ciao
il tuo blog è molto bello, complimenti, ci sono arrivata curiosando alla ricerca di schemi per l’uncinetto, ma devo dire che questo post mi ha lasciata un pò sconcertata.
La sola definizione ‘mamme a tempo determinato’ mi rattrista e mi irrita. Forse prima di scriverla avresti dovuto pensare a chi, purtroppo, la scelta di stare a casa non se la può permettere per motivi che come dici giustamente tu riguardano un argomento molto privato come quello economico, o chi, al contrario, ha fatto la scelta opposta appunto ‘per scelta’, perchè magari ama la sua attività. In ogni caso non tutte le mamme lavoratrici si avvalgono di asili e parenti per ‘avere più tempo libero possibile’ ma perchè magari non possono farne a meno, e ci vorrebbe un pochino di rispetto anche per noi, credo. Sono basita e amareggiata che davvero ci siano donne che pensano delle loro ‘colleghe’ lavoratrici quello che pensi tu, anzichè pensare al doppio lavoro che a tutti gli effetti svolgiamo ogni giorno perchè non possiamo fare altrimenti.
Ciao Federica e benvenuta!
Comincio col farti le mie più sincere scuse se hai trovato l’articolo offensivo. Ovviamente il mio intento non era sicuramente questo, né tanto mento stavo generalizzando sulle varie situazioni familiari. L’articolo era personale, stavo parlando di me stessa e delle domande che mi fanno particolari persone. Di certo non è mia intenzione accusare chi al lavoro ci deve andare perché non ha altra scelta, io stessa lo farei se non avessi questa fortuna. Spero che questo sia chiaro. Ripeto, parlavo per me stessa e del fastidio che provo quando alcune (specifiche) persone mi parlano quasi con compatimento. Loro che vanno al lavoro, in palestra ed hanno anche il tempo di pulirsi casa perché i loro figli sono fuori tutto il giorno. Per carità, anche questa è una scelta di vita e non è mio interesse giudicarla, ciò che chiedo è semplicemente quello di guardare ad una mamma casalinga con occhi diversi e non per forza come se si stesse guardando una donna condannata a morte. Spero che ora il mio punto di vista ti sia più chiaro. Il fatto di poter restare a casa io lo considero un privilegio e stimo tantissimo chi, come te, porta avanti la famiglia facendosi in quattro e cercando di arrivare ovunque sia possibile.