Negli ultimi anni si fa molto parlare della conservazione del cordone ombelicale, fondamentale in quanto contiene cellule staminali emopoietiche, in grado di riprodursi e dare origine ad altri elementi del sangue periferico, come globuli rossi e bianchi e piastrine. Si tratta quindi di cellule che possono essere di vitale importanza per la cura di patologie e malattie a causa delle quali si registra un danneggiamento dell’ambiente midollare.
Staminali: meglio la solidarietà o conservarle per il figlio?
La scelta dei neo-genitori di conservare il cordone ombelicale è quindi fondamentale per garantire cure e salvare le vite. In Italia non esistono banche private per farlo, contrariamente ad altri Stati, Svizzera in primis, che dietro pagamento di una tariffa fissa – che si aggira sui 2/3mila euro – e un canone mensile prestabilito (nell’ordine di un centinaio di euro in media) permette di conservare le cellule staminali per i propri figli. Sono strutture organizzate, che possono essere contattate 24 ore su 24 e garantiscono anche il trasporto transfrontaliero, a carico del cliente, nel giro di massimo 48 ore. È la scelta giusta? Vediamo di capire perché la scienza ci dice di no.
Conservare il cordone ombelicale è importante, ma la normativa nazionale non permette di farlo in modo privato, il contrario. Scienziati e specialisti sostengono che l’utilizzo delle cellule staminali del neonato sul bambino stesso, anche nel corso degli anni, possa essere dannoso. Detto in altre parole: è più sicuro utilizzare le cellule emopoietiche per curare altre persone compatibili, perché una trasfusione sullo stesso soggetto a cui appartengono dalla nascita potrebbero non essere funzionali per curare e salvaguardare il tessuto sanguigno. L’unico caso in cui è consentita la conservazione per uso personale è se il neonato già al momento della nascita evidenzia delle patologie del sangue.
Per tutti gli altri casi, quindi, la legge italiana prevede la donazione del cordone ombelicale e delle relative cellule staminali per solo fine solidaristico e uso allogenico, ossia in favore di persone diverse da quelle da cui le cellule stesse sono state prelevate. Se tutti quanto donassero il cordone ombelicale al momento della nascita del figlio, si potrebbero arricchire le cosiddette “Banche di Sangue di Cordone Ombelicale”, importante risorsa alternativa al prelievo di staminali dal midollo osseo o dal sangue periferico.
Perché sono importanti le staminali del cordone
L’importanza delle cellule staminali contenute nel cordone ombelicale è dovuta ad un insieme di motivi. Anzitutto hanno una grande capacità di riprodurre cellule del sangue, in secondo luogo hanno scarsa immunogenicità, il che le rende molto tollerabili da parte dell’organismo della persona che le riceve; in questo senso, le reazioni avverse e il rigetto è molto più limitato rispetto alle staminali midollari. In più, si tratta di cellule che si possono estrarre facilmente e che altrimenti sarebbero gettate via con il cordone ombelicale dopo la nascita.
Come si legge nel sito del ministero della Salute, nelle banche pubbliche sono accettati campioni di sangue cordonale di elevata qualità, che contengono un numero molto alto di staminali che provengono da parti oltre la 34ª settimana di gestazione. “L’esistenza di una rete di banche pubbliche – si legge – preserva il principio di equità nell’accesso alla cura […] e garantisce la massima potenzialità d’uso di queste preziose cellule per i trapianti”.