Io e il mio aspirapolvere abbiamo una relazione che dura oramai da quasi 10 anni.
Non posso dire che questi 10 anni siano sempre stati rose e fiori eh, anzi, ce le siamo date di santa ragione!
Tutto è iniziato quando affittai il mio primo appartamento a Lugano. Appartamento per modo di dire ovviamente, ero un’universitaria e ciò che potevo permettermi non era niente di più che un minuscolo monolocale, che più che monolocale era un quadrato con una delle pareti che erano un’unica immensa vetrata al primo piano. Non avevo le tende, non avevo persiane, a Natale era come se facessi il presepe vivente: la notte accendevo le luci e da fuori i curiosi di tanto in tanto si fermavano a sbirciare all’interno.
Con tutta quella visibilità, ci tenevo tantissimo all’ordine e alla pulizia!
Certo, tenere in ordine quella stanza era particolarmente facile, dal momento che non avevo neanche un letto! L’arredamento era costituito da un armadio che divideva la zona cucina dalla zona notte, un tavolo minimalista e una panca ancora più minima e un materasso buttato in terra dove passavo la maggior parte della mia vita domestica, stesa a guardare il soffitto e facendo finta che ci fosse stampata una enorme tv lcd. Tanto da fuori chi poteva saperlo?
Ebbene, in quel periodo comprai il mio primo aspirapolvere.
A che mi serviva, starete pensando. Mi serviva eccome, invece! Il pavimento era in legno che sarebbe stato parquet un tempo, ma i continui passaggi di universitari in quella stanza lo avevano reso più grezzo della corteccia di un pino. All’inizio avevo provato con la scopa, ma ahimé era più lo sporco che finiva negli intarsi del legno di quello che la scopa riusciva a raccogliere.
L’aspirapolvere rivoluzionò la mia vita! Raccoglieva la sporcizia di quei 15mq in un baleno, e da fuori facevo anche una gran bella figura, quasi stessi lucidando chissà quale legno pregiato.
Da allora la uso tutti, TUTTI i giorni e capirete che un utilizzo di questo tipo usura non poco l’apparecchio. Mi ha accompagnata in 5 o 6 traslochi (oramai ho perso quasi il conto) e non ha mai fatto cilecca… o quasi…
Dovete sapere che per me esistono diverse tipologie di elettrodomestici. Ci sono quelli di serie A come i frigoriferi, le lavastoviglie e le lavatrici che costano un occhio della testa e non mi azzarderei mai a metterci mano per provare a riparare un guasto. Questi elettrodomestici hanno una marcia in più e, visto il loro costo, si meritano l’assistenza di un tecnico qualificato in caso di necessità.
E poi ci sono invece gli elettrodomestici di serie B, comprati magari in sconto, che anche con un’ammaccaturina vanno benone uguale, che se per caso il cavo si sfilaccia, basta accorciarlo un attimo e tutto si risolve… a questa categoria appartiene ovviamente il mio aspirapolvere e il ferro da stiro.
Agli elettrodomestici di serie B non è concessa l’assistenza di un tecnico, possono soltanto scegliere tra la pattumiera e le mie cure amorevoli. Ovviamente loro non possono scegliere autonomamente, sono io a fare le loro veci! E, naturalmente, prendo in mano il bisturi e vedo cosa si può fare.
Al mio aspirapolvere è toccata ogni sorta di riparazione. Ha circa un metro di cavo in meno a furia di tagliuzzarlo per riagganciarlo alla spina, purtroppo la molla avvolgicavo ha il difettuccio di essere un po’ troppo energica (se non sto attenta mi prendo di quelle frustate alle gambe che piango per una buona mezz’ora!) e quando provo a fare la furbata di riavvolgerlo con la spina ancora inserita nella presa, ha la cattiva abitudine di strapparsi in ogni sua parte. Ma io non demordo e continuo a riavvolgerla così, prima o poi l’avrò vinta io! O più semplicemente terminerò di farlo quando il cavo avrà raggiunto la lunghezza di 10 cm scarsi e dovrò imparare ad aspirare la stanza attaccata alla parete…
Oltre al cavo monco, anche il tubo non stava messo proprio una favola. Dopo 10 anni di tira e molla aveva deciso che voleva mollare e basta, la plastica si sfaldava ed io ero costretta a smontarlo e accorciarlo nei punti di maggiore attrito. Finché non ho deciso di smettere con questa pratica e ho preso in mano il nastro isolante. Alla fine era più il nastro isolante che il tubo vero e proprio in quell’aspirapolvere. Un unico ammasso di materiale marrone e appiccicaticcio che mi rimaneva attaccato alle dita ogni mattina.
Mi sorpresi un giorno a scoprire che l’aspirapolvere non aspirava più! Sarà il motore – pensai – oramai ha 10 anni, vuoi che non si sia stancato di frullare? E invece, cambiato il tubo di aspirazione che faceva aria (!) da tutte le parti (e chissà come mai?) il mio piccolo aspirapolvere è tornato a nuova vita!
Di tanto in tanto dò una bella strigliatina ai filtri e aspira che è una bellezza, nonostante i suoi 10 anni suonati. Ieri poi l’ho amata più che mai, dopo la solita pulitina stagionale ho lasciato cadere due gocce di oli essenziali nel filtro di uscita dell’aria e mi ha profumato tutta casa di lavanda. Fuori nevicava e mi sentivo davvero in paradiso…