Sono seduta sulla mia poltrona in ufficio e guardo la strada dalla grande vetrata che ho di fronte al mio computer. Fuori piove, la giornata è grigia e umida, leggermente fresca, piacevole. Piacevole non solo dal punto di vista climatico (sì, a me piace questo clima anche più di quello estivo), ma anche e soprattutto per il fatto che le bimbe sono finalmente rientrate a scuola.
Partiamo dal presupposto che io amo tantissimo le mie figlie e sono ben felice di passare del tempo con loro, non sia mai che si pensi il contrario per via delle mie affermazioni. Tuttavia sentivo la necessità di staccare e staccarmi anche un po’ da loro, paradossalmente il ritorno al lavoro e alla routine lo vivo come un sollievo. Chi ha un figlio probabilmente mi capirà, chi ne ha due forse anche un pochino in più. Perché due bambini in casa significa che le stanze non saranno mai ordinate, che durante il giorno si viene continuamente martellati da domande, richieste, capricci, che due bambini assieme capita che litighino (e capita anche spesso) e bisogna costantemente risolvere problemi di diplomazia…
Così questa giornata piovosa mi sembra incredibilmente piacevole, rilassante e proficua. E se per caso ogni tanto qualche piccolo senso di colpa si fa sentire, perché idealmente dovrei essere triste per il distacco, penso che a scuola hanno la possibilità di passare del tempo con degli amichetti della loro età, che fanno delle belle esperienze e che stanno lavorando a costruire qualcosa di importante nella loro vita. I sensi di colpa smettono così di farsi sentire e io ritorno a rilassarmi.
Sensazioni dal primo giorno di scuola
Il rientro a scuola per le mie bimbe è stato accolto davvero positivamente. Sono tornate a casa entusiaste raccontandomi per filo e per segno tutto ciò che è successo loro durante le lezioni, forse anche troppo per filo e per segno nel caso della grande perché per farla stare zitta spesso e volentieri bisogna inventarsi l’impensabile. Sta terminando in questi giorni di leggere il suo primo “romanzo” per bambini, “Anna dai capelli rossi”, e devo dire che sembra essere stato scritto appositamente per lei: come Anna anche lei non riesce a stare zitta cinque secondi e per di più i suoi racconti sono talmente lunghi che, spesso, perdo addirittura il filo del discorso. In effetti anche lei ci si riconosce parecchio, il che la diverte tantissimo!
La piccola invece, di solito, ascolta prima i racconti della sorella grande e poi li rielabora adattandoli a sé stessa e raccontandoli nuovamente come se li avesse vissuti in prima persona. Il potere dell’influenza delle sorelle maggiori!
Insomma, noi abbiamo ricominciato l’anno scolastico pieni di energia e di positività. E voi?