Non è facile spiegare la morte ai bambini. E lo è ancora meno quando la morte della quale si dovrebbe parlare ci ha toccato talmente tanto da non riuscire noi stessi a farcene una ragione. In quel momento vorremmo evitare di discuterne, figuriamoci dover elaborare dei concetti complicati per riuscire a farli comprendere, nel modo giusto, a un bambino. E questo modo giusto, soprattutto, qual è?
Ci siamo trovati in questa situazione pochi mesi fa ed è stato un momento davvero molto difficile. Mia figlia maggiore di 7 anni aveva già capito che il nonno non c’era più perché sentiva i discorsi che facevamo durante tutto il periodo della malattia, ha assimilato i concetti a modo suo senza mai farci domande e, al momento giusto, ha capito quello che c’era da capire. Quando mi sono avvicinata a lei e le ho detto “Amore, devo dirti una cosa importante”, lei mi ha interrotta subito e, con un filo di voce, mi ha risposto “Mamma ho già capito, nonno è morto”. Poi è scoppiata in lacrime.
Per me è stato un duro colpo, perché evidentemente lei pensandoci da sola ha tenuto quei sentimenti dentro di sé tutto il tempo, non dandoci modo di affrontarli assieme per renderli più lievi. La piccola di 4 anni ha reagito in maniera altrettanto sorprendente per me, ma in un modo diametralmente opposto. Ha completamene rifiutato la morte come una cessazione dell’essere: per lei quella era una condizione reversibile, il suo nonnino poteva guarire e tornare a giocare con lei. Dopo aver dato loro la notizia separatamente, ho aspettato un po’ di tempo che metabolizzassero la notizia e facessero, spontaneamente, le prime domande. A queste ho deciso di rispondere ad entrambe contemporaneamente.
“Mamma ma il nonno ritorna prima o poi?”
“Un giorno lo rivedremo?”
“Cosa starà facendo in questo momento?”
Personalmente, non credo che sia importante il contenuto puro e semplice delle risposte, quanto piuttosto sforzarsi di rispondere loro in modo esaustivo, paziente e, soprattutto, positivo. I bambini hanno bisogno e diritto di avere delle risposte su temi così importanti, soprattutto quando si tratta della morte che non deve essere vissuta come un tabù, piuttosto come un momento naturale della nostra vita, il compimento di un percorso che può essere più o meno breve e vissuto più o meno intensamente. Non importa quando accadrà, ma cosa si è fatto prima che ciò avvenga, affinché chi rimane al mondo possa avere un bel ricordo della persona che non c’è più.
Spiegare la morte ai bambini da un punto di vista cattolico
Se siete credenti il bambino cresce già sapendo che esiste il Paradiso, un luogo bellissimo dove tutte le persone care vanno dopo la morte e dove un giorno potrà riencontrarle tutte. Per il bambino, e non solo, è un pensiero consolante e di conforto, in quanto la morte non mette fine alla vita e basta, ma c’è qualcosa che continua, l’anima della persona continua a vivere in Paradiso e nel proprio cuore. Il genitore in questo caso è “avvantaggiato” (se così si può dire) nello spiegare la morte, in quanto il bambino ha già una prospettiva positiva di quello che succede quando una persona alla quale vuole bene viene a mancare.
Questo però non solleva il papà e la mamma dalla propria responsabilità di parlarne con il bimbo di quello che sta succedendo e soprattutto di quello che sta provando, lasciando che esprima tutte le sue domande e il suo dolore. Infatti il genitore deve aiutarlo a conciliare e trasformare il dolore creato dal distacco fisico dalla persona amata con la certezza che d’ora in avanti sarà a lui vicina in modo diverso, dentro il suo cuore e che potrà parlarci ogni volta che vuole.
Spiegare la morte ai bambini come il ciclo della vita
Si può spiegare la morte ai bambini anche in modo alternativo a quello cattolico, pur senza rinunciare a quella punta di ottimismo e di speranza che risiede nativamente nella prima soluzione. Spiegare loro che facciamo tutti parte del ciclo della vita e che siamo fondamentali al mantenimento della stessa di certo li incuriosirà e avranno voglia di chiedere di più. Anche qui, meglio non limitarsi a raccontare le cose in modo nudo e crudo, aggiungere un po’ di fantasia non guasta e può risollevare l’umore.
Io, ad esempio, ho spiegato loro che quando una persona muore, il suo corpo si trasforma e diventa un trionfo di vita per tantissime creature che nascono e vivono grazie a questo processo. E poi, chissà, magari proprio grazie a questo scambio di vita, il loro caro può rinascere dentro il corpo di un’animale che ha brucato l’erba fertilizzata grazie a lui, o in un uccello bellissimo che vola sopra di noi tutto il giorno. O in una farfallina che ogni tanto vediamo svolazzare di fronte a noi. Così, hanno iniziato a elencarmi tutte felici gli animali dentro i quali gli piacerebbe trasformarsi un giorno e, assieme, abbiamo inventato bellissimi racconti su questi animali che si chiamavano Elena e Ginevra.
Spiegare la morte ai bambini aiutandosi con i cartoni animati
Per spiegare la morte ai bambini, soprattutto nei casi in cui per noi sia davvero troppo difficile introdurre l’argomento per via di una partecipazione emotiva al lutto molto forte, possiamo senza problema delegare l’impegno alla visione di un cartone animato adatto. Si può poi riportare l’attenzione del bambino a quell’evento, per chiedergli come si senta al riguardo e lasciargli modo di fare tutte le domande che gli vengono in mente.
Tra i film di animazione più belli che ho visto nel quale il tema della morte è trattato in modo fedele ma positivo, ci sono “Il piccolo Principe” del 2015 e “Up” della Disney. Di seguito uno spezzone di due film.
Il piccolo principe
Up
La stessa Celine Dion ha affermato di essersi affidata ad “Up” per spiegare la morte del padre ai suoi due figli ancora piccoli.
“Up mi ha salvato la vita,” racconta. “Ho chiesto ai bambini, ‘Qual è il film nella quale è morta Ellie?’ E loro mi hanno risposto, ‘Ellie è morta nel film Up, mamma.’ Allora ho spiegato loro che il papà era con Ellie, è andato in alto (Up). Tutti quanti vanno su, e là nessuno ha il cancro o altre malattie.”
Ha anche spiegato loro che se vogliono mandare in alto un messaggio affinché il loro papà possa leggerlo, gli basterà legarlo ad un palloncino e farlo volare in cielo. Così per loro la morte è diventata una celebrazione della vita.
Post scritto da Carla Medda e Erika Barison