Tempo fa lessi una notizia sconcertante: Facebook, il noto social network frequentato giornalmente da milioni di italiani e miliardi di persone in tutto il mondo, censurava le immagini di mamme intente ad allattare al seno la propria creatura.
Io sono una fervida sostenitrice dell’allattamento al seno, ho allattato la mia prima bimba fino all’anno di età e sto ancora allattando la mia seconda che ha compiuto un anno il mese scorso. Già in passato ho trattato l’argomento dell’allattamento al seno parlando dei suoi enormi vantaggi e di come, ad un anno dalla nascita della seconda bimba, debba iniziare il processo di distacco dal seno, operazione che ho dovuto interrompere per tutelare la mia bambina in modo naturale dal visrus della varicella (la mia primogenita è stata contagiata nei giorni scorsi e nelle prossime settimane verosimilmente la prenderà anche la piccola).
Nell’ormai lontano 2007, nacque un gruppo su Facebook chiamato Hey facebook, breastfeeding is not obscene (Official petition to facebook) per protesta contro le inavvertite cancellazioni di immagini di donne che allattavano i propri bambini dal database del social network. La risposta di Facebook fu che quel tipo di immagini erano perfettamente legali, ma i casi di cancellazione continuavano a susseguirsi.
La cosa è, dal mio punto di vista, paradossale. L’allattamento al seno è una cosa naturale e assolutamente splendida ed è vergognoso che il seno, nato appunto allo scopo di nutrire i propri figli, sia stato socialmente relegato esclusivamente alla sfera sessuale. Sempre più madri negli ultimi anni rinunciano ad allattare al seno i propri figli per vari motivi, ricordo ad esempio che quando feci il corso preparto di 40 donne che parteciparono, nell’incontro post parto dopo un mese dalla nascita solo io e altre due donne allattavamo ancora (una delle quali extracomunitaria). Con questo non voglio attaccare le madri che scelgono un diverso tipo di allattamento, bensì la società che non supporta a sufficienza la pratica.
Diciamoci la verità, quante madri che allattano al seno si vergognano di farlo in pubblico? Io sì, tremendamente, ma ho sempre cercato di vincere la vergogna sapendo che facevo ciò che era giusto fare per le mie bambine. Eppure non mancavo mai di sentirmi osservata e, in alcuni casi, addirittura giudicata. Alcune donne sono state addirittura allontanate dai supermercati o dai ristoranti perché allattavano al seno il proprio bambino, a dispetto degli sforzi che le fondazioni fanno per sostenere le madri.
La verità è che viviamo in una società di perbenisti da 4 soldi, che si scandalizza se passa in tv la pubblicità del preservativo prima delle dieci di sera, ma accetta di guardare di buon grado lo spot sugli assorbenti igienici o la pomata per le emorroidi seduta a tavola per il pranzo. Oppure vogliamo parlare delle vergognose pubblicità di alcune associazioni umanitarie che ci tartassano a tutte le ore mostrando immagini di bambini mutilati, deperiti per la fame e assaliti da eserciti di mosche e parassiti?
È lecito massacrare le persone di sensi di colpa in questo modo, persone che magari farebbero anche volentieri beneficienza ma che allo stato attuale delle cose avrebbero bisogno loro stesse di un auto economico?
Però no, l’allattamento al seno viene censurato su Facebook, giudicato dai passanti per strada oppure addirittura sfruttato dai feticisti del seno.
Ho anche sentito dire da certe persone, alcune addirittura madri “Ma perché mettere in mostra il proprio seno, che senso ha pubblicare certe immagini su internet?“. Care signore e cari signori, mi permetterei di chiedervi di rimando “Ma perché no?“. Le foto di ragazzi sbronzi all’uscita della discoteca vanno bene, mentre quelle di una donna che allatta sono scandalose? Mettiamo da parte i pregiudizi una volta per tutte, siamo stati tutti bene addestrati da una società di perbenisti ipocriti ed è ora che ci rendiamo conto del reale valore delle cose.
Non esiste al mondo nulla di più bello di una madre che allatta al seno il proprio figlio, è tenero, è un miracolo, è qualcosa di cui si debba andare fieri.
Quindi, caro Facebook, se proprio vuoi censurare qualcosa inizia altrove. Il web è pieno di messaggi negativi, donne che vendono il proprio corpo per un minuto di celebrità, video di ragazzini emarginati che vengono costretti ad atti osceni dai bulletti di quartiere, pubblicità senza senso di prodotti che non servono ad un accidente se non a far spendere soldi a chi non se lo può permettere, messaggi ingannevoli, pedofilia mascherata da siti per bene e… devo proprio continuare?
2 Commenti
Condivido pienamente tutto quello che hai scritto nel tu post. io sono mamma di due gemelle. Ciao.
Con due gemelle, immagino proprio che i tuoi problemi siano stati doppi. Però, quanto sono belle le donne… 😉